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Trapianti del pomodoro da industria ‘segnati’ dalle brinate

pomodoro da industria

Cristian Calestani

PARMA – I primi trapianti “temerari” il 29 marzo. Poi le brinate del 7 ed 8 aprile e, in generale, una carenza varietale del seme. Questo lo scenario in cui sta muovendo i primi passi la campagna del pomodoro da industria del Nord Italia.

A fare il punto della situazione, alla data del 15 di aprile poco prima di andare in stampa con questo numero di Agrimpresa, è il tecnico di Asipo Davide Previati.

“Come Asipo – spiega – i primi trapianti li abbiamo fatti nel Modenese a partire dal 29 marzo. Poi, dopo la pausa per le festività pasquali, abbiamo subito le brinate del 7 e dell’8 di aprile che, inevitabilmente, hanno lasciato il segno visto il registrarsi di temperature a terra tra i -2 e i -4 gradi”. La stima è di una perdita di una sessantina di ettari tra i soci di Asipo e di circa 400 ettari se si considera l’intero areale del Nord Italia nel suo complesso.

“Tutto questo – aggiunge Previati –, comporta un danno diretto e significativo per le aziende colpite, le quali dovranno farsi carico di ulteriori costi per il ritrapianto abbinati ad una revisione della pianificazione spostando quei trapianti alla prima decade di giugno. Sulla base dei programmi di conferimento sino ad ora definiti con le industrie di trasformazione verrà, dunque, a mancare questa quota di materia prima destinata alle fasi di apertura degli impianti, in sostanza sono andati persi due giorni di conferimento, ma contiamo di recuperare con i trapianti della 15esima e 16esima settimana”.

Ad incidere anche il fatto che le brinate siano arrivate in un momento in cui molte aziende agricole non avevano ancora attivato le polizze assicurative contro le calamità e i relativi accessori, come brina ed eccesso idrico. Polizze che sono, comunque, in fase di stipula in questi giorni.
“Sul piano agronomico – prosegue l’analisi di Previati –, i terreni sono stati ben preparati e sono stati superati, a seguito di consistenti precipitazioni, anche i problemi di scarsa disponibilità idrica dei primi giorni di aprile”.

Resta una difficoltà: “Quest’anno abbiamo incontrato grosse problematiche sul fronte della pianificazione per la scarsa disponibilità di seme, soprattutto per alcune varietà leader utilizzate nel nostro areale. Siamo in costante monitoraggio con i vivai per di trovare le soluzioni migliori per le aziende socie in un contesto di piano colturale che prevede un periodo di raccolta di circa 65/70 giorni. La carenza di semi è legata al fallimento di alcune produzioni in controstagione dei nei paesi asiatici, risaputo bacino di produzione degli ibridi di pomodoro da industria. Di contro un aspetto positivo, a fronte della carenza di alcune varietà, è la possibilità di far testare e verificare varietà diverse presenti sul mercato spesso poco conosciute dagli agricoltori, ma comunque molto valide ed interessanti”.

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